La crisi fa bene!


Quante volte riduciamo Dio all’idea che ci siamo fatti di Lui: se Dio fosse così…allora dovrebbe fare così… Se Gesù mi vuole davvero bene, deve farmi questo… Non vado a messa e non mi confesso tanto Dio sa già tutto di me e io prego più di quelli che vanno in chiesa per farsi vedere…

In altri termini, ci costruiamo un Dio a convenienza. Mai, però, abbiamo l’umiltà di Giovanni il Battista (cf. Mt 11,2-11) di chiedere al Signore: “Sei Tu” presente in queste mie parole? Quanto di Te c’è nei miei desideri? Ciò che sto facendo, o sto per fare, è Tua volontà?

Giovanni è il messaggero di Gesù, lo preannuncia e invita tutti a seguire Lui, ma i modi di pensare e agire del Signore lo mettono in crisi (dal greco krino = vagliare, giudicare): il Battista, colui che aveva una certa idea del Messia, vede che Cristo opera in un modo diverso da quello che si aspettava. Mette in discussione le sue certezze, ma non teme di chiedergli “Sei tu?, Sei proprio tu?”. Giovanni non esclude che la sua idea su Dio possa essere sbagliata, anzi, chiede a Dio stesso di aiutarlo a cercare la Verità. 

La crisi fa bene! Purifica i pensieri e l’anima e aiuta a penetrare il pensiero di Dio, togliendo le incrostazioni della fede superficiale per farla diventare grande. Siamo chiamati a divenire giganti della fede, come Giovanni il Battista!

La Verità su Dio non possiamo cercarla sui libri (e peggio su internet!) o ascoltando solo chi ci sa parlare di Dio, Dio si rivela parlando a noi e il luogo esclusivo per questo incontro è la preghiera, in ginocchio, personale, silenziosa, davanti all’Eucarestia!
Questo significa raddrizzare i sentieri e preparare la via al Signore che viene… e per questo gioire… anzi, godere!

Purtroppo siamo figli del Positivismo: cerchiamo sempre di spiegare Dio con i sensi (“se non vedo non credo”) oppure con la mente (“se il ragionamento non fila, allora Dio non c’è”). 


– «Hai smesso di credere. Sì, hai smesso di credere a quello che non riesci più a vedere. Ma la realtà non si percepisce solo con i sensi e con la mente.»

Tomàs si ribellò a una simile assurdità. 
Esclusi i sensi e la mente, cos’altro rimaneva?

– «L’intuizione», rispose Stella Maris. «Chi crede soltanto a ciò che vede, vede una vita ingiusta e cattiva.» 

(M. Gramellini, L’ultima riga delle favole)


  • Io come credo? A cosa credo? Perché ci credo?
  • Quanto cerco la Verità? Come la cerco? Dove la cerco?
  • Prego? Come prego? Quanto prego?
  • Quanto coltivo la dimensione spirituale? Quanto so mettermi in crisi?
  • Mi faccio guidare da qualcuno?
  • Mi metto in crisi per crescere, o preferisco la comodità delle banali certezze che ho?
d. Domenico