Se non vedo, credo

Sono stato diversi anni lontano da casa, sentivo nostalgia per i miei genitori, ma proprio per questo intensificavo la preghiera per loro e li sentivo sempre vicini. Piangevo perché volevo vederli, ma sapevo che c’erano e mi aspettavano, quindi ero felice.

Nell’esperienza di fede è così: Gesù non lo vediamo ma c’è, tanto più perché è risorto ed è apparso a tante persone che fino ad aggi hanno trasmesso questa bella notizia. Bisogna solo intensificare la preghiera per sentirlo…

Purtroppo oggi siamo abituati a credere solo a ciò che vediamo e tocchiamo. Povero me, allora, che non potevo vedere e toccare i miei genitori. E penso a tutti quelli che abitano lontano da casa: saranno mica tutti orfani?

Non sempre possiamo avere la grazia che Gesù ha fatto a Tommaso, fargli toccare il costato squarciato per credere. Però Gesù avverte che se ci lasciamo toccare da Lui, certamente faremo esperienza concreta e profonda con Lui.

L’eucarestia è il modo col quale noi cristiani possiamo incontrare e toccare il Signore, e questo è possibile se avvertiamo la nostalgia del Signore. A quel punto non mi interesserà toccare Gesù, perché lo posso addirittura mangiare! E se non è fede questa…

Per credere non abbiamo tanto bisogno di toccare Gesù, quanto di lasciarci toccare da Lui. La preghiera costante e la messa sono due modi infallibili.

  • Prego? Celebro spesso l’eucarestia?
  • Mi impegno a ripetere: “so che sei qui…”

 

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