L’amore orienta il cammino (I Domenica di Quaresima B)

Il deserto (Mc 1,12-15) evoca tante immagini e altrettanti significati.

Sicuramente all’inizio provoca smarrimento: il deserto richiama l’idea del vuoto. Nel deserto bisogna sapersi muovere, avere un buon senso dell’orientamento e mai avventurarsi senza esperienza. Nel deserto non si può portare tutto, ma solo l’essenziale per non appesantire il viaggio.

Nel deserto la polvere ci ricorda che rischiamo di tornare presto polvere se non prendiamo subito la giusta strada. Quando ci imbattiamo nel deserto vediamo il nulla, solo sabbia, sempre lo stesso paesaggio… Questo ci inquieta e può produrre allucinazioni, ma ci ricorda che se abbiamo una bussola e una buona guida, potremo uscirne indenni.

Nel deserto, infine, ci sono bestie che non sono domate e rischiamo di restarne vittime. Ma se abbiamo con noi le armi giuste e sappiamo come comportarci, allora possiamo difenderci.

Il tempo di Quaresima ci chiama a trasformare il deserto arido della nostra fede, ormai calata nella quotidianità, in un giardino fiorito come l’Eden in cui tutto era in armonia con Dio. Ma ci chiede anche di armarci di fede per vincere tutte le bestie oscure che abbiamo nel cuore, frutti dei nostri vizi.

E come Gesù viene servito dagli angeli e poi, uscito dal deserto, diventa servitore nostro, anche noi siamo chiamati a passare dalla condizione di amati dal Signore ad amare come ama il Signore.

Questo tempo ci deve far progredire nella conversione: passare cioè dall’ascolto all’azione, dall’essere servito al servire, dall’essere figli amato ad amare.

È lo Spirito che trasforma e ci accompagna. Ma se non lo accolgo resto polvere.

  • Cosa mi impedisce di accogliere lo Spirito?
  • Cosa mi impedisce di essere un ottimo cristiano?
  • Quale aspetto devo eliminare dalla mia vita?

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