InstaVangelo del 29/11/2021

Mt 8,5-11

Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».

Ascoltandolo, Gesù si meravigliò.

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L’esperienza straordinaria dell’incontro tra Gesù e il centurione ci invita a riflettere sull’atteggiamento che ognuno di noi deve vivere per poter gustare della grazia di Dio: l’umiltà.

Questa virtù agli occhi del mondo può sembrare surreale, ormai appartenente al passato e che oggi non può essere più vissuta, perché siamo trascinati dall’idea che per essere felici bisogna prevaricare sugli altri. La virtù dell’umiltà è l’ingrediente privilegiato per sentire il Signore accanto a noi. L’umiltà del centurione di non sentirsi degno di ricevere Gesù nella propria casa, è il presupposto che porta il Signore ad ascoltare la sua preghiera.

Nella nostra preghiera a volte “pretendiamo” che sia il Signore ad ascoltarci, ad assecondare i nostri desideri. L’umiltà ci insegna invece, che nulla ci è dato, ma tutto è un dono: sia fatta la tua volontà! Nel momento in cui scopriamo che la nostra vita dipende da un eccesso di amore da parte di Dio, allora possiamo comprendere che la vera gioia risiede nel chiedere a lui di agire in noi.

  • e tu, come ti eserciti ad essere umile?

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