Mc 10,1-12
Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma».
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Da questo brano si evincono due atteggiamenti di sfida: provare il Signore e condannare una moglie. In entrambi i casi sia Dio che la sua creatura sono avvertiti come minacce.
Provocare il Signore con una prova significa non riconoscerne la bontà, mettendo in dubbio che tutto ciò che fa o consente sia per il nostro bene. È l’atteggiamento di chi dice di avere fede, ma la fede è solo in se stesso, perché non si fida di altri che del proprio io.
Infine la sua creatura è guardata come una cosa da ripudiare, un pericolo di cui bisogna avere una legge che giustifichi il male che ci diamo la possibilità di compiere.
Tutto questo è dettato da una unica causa: la durezza del cuore. Un cuore diventa rigido quando non ha più vita e quindi non permette al sangue di giungere in tutte le parti del corpo perché anch’esse abbiano vita e funzionino bene.
Il Signore sempre ci manda occasioni per dare vita al nostro cuore, ma fin tanto che non purificheremo il nostro pensiero non sapremo mai accogliere il suo spirito e lasceremo sempre spazio alla tentazione che tutto distorce.
Meno male che in tutto questo Dio continua ad amarci e ad attendere la nostra conversione!
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