Mc 7,14-23
«Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».
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Le norme sulla purezza offrono agli ebrei le condizioni necessarie per stare davanti a Dio. Dopo l’esilio in Babilonia si moltiplicano e la loro crescita numerica amplifica una visione che fa apprezzare cose, animali e anche le persone a partire dalla categoria della purezza.
Particolarmente soggette a queste norme erano le donne, che dovevano frequentemente offrire sacrifici per recuperare la purezza. Gesù vive in questo tempo pieno di regole che limitavano e discriminavano, nel quale anche le persone sono considerate minacciose soprattutto per la salute.
Timore e paura obbligano a una perenne sfiducia di tutto e tutti. La parola di Gesù è accolta come una liberazione e permette alle persone di non stare più sulla difensiva.
Cristo restituisce la voglia di vivere, la gioia e la felicità e si rivolge alla folla con l’imperativo: “Ascoltate!”, con parole chiare vicine alle esperienze di ciascuno, che fanno comprendere che niente di ciò che è stato creato è impuro, e non esiste possibilità di contaminazione a partire dal rapporto con le cose create.
Il vero problema è l’impurità dell’uomo vecchio, dal cui cuore escono le cose cattive. Lui deve rinnovarsi e rinascere, educando mente e cuore all’accoglienza del Cristo, l’Uomo Nuovo.
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