Gv 13,31-35
Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
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(a cura di Giovanni Varuni)
Noi cristiani abbiamo un tratto distintivo importante. Ce lo suggerisce Gesù quando, nel giorno dell’ultima cena dice ai suoi discepoli “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri”.
Questo amore, però, non può essere effimero ma sincero, è un amore che richiede il dare la vita per il prossimo. Diamo la vita quando sacrifichiamo, per la persona amata, una partita di calcio che riteniamo importante; quando vinciamo la pigrizia per accompagnare un fratello in difficoltà.
Sono tutte piccole cose ma di un’importanza strategica: sono degli allenamenti per quando il Padre ci chiederà la vita per gli altri nel senso meno metaforico e possibile.
Lasciamoci plasmare da Gesù il quale ci indica la strada per vivere degnamente come suoi discepoli: l’amore.
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