InstaVangelo del 18/5/2022

Gv 15, 1-8

Disse Gesù ai suoi discepoli:
«Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

*

(a cura di Giovanni Varuni)

Gesù ci chiede di portare molto frutto e ci invita a restare in lui perché senza di lui non possiamo fare nulla. È lui la vite a cui noi, umili tralci, siamo legati. Il problema reale è che, spesso, il tralcio può essere malato rischiando di non portare frutto e di far ammalare l’intera pianta. 

Per questo motivo esso può essere potato: per salvare la pianta affinché questa possa portare tanto frutto. Mi piace pensare, poi, che il frutto della vite è l’uva che poi viene trasformata in vino. 

Questo frutto non può restare legato alla vite che gli ha dato vita ma deve sacrificarsi per trasformarsi in qualcosa di buono, in qualcosa che porta gioia alla festa. 

Preghiamo il Padre affinché noi restiamo ancorati a Gesù in modo che chi ci incontri faccia esperienza della gioia perché portatori di gioia.

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