InstaVangelo del 21/7/2022

Mt 13,10-17

In quel tempo, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?».
Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono».
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Nel Vangelo Gesù esce dalla metafora e denuncia esplicitamente l’insensibilità spirituale dei suoi interlocutori, che li porta a presumere di essere nel giusto e li rende incapaci di un corretto rapporto con Dio. 

Oggigiorno c’è una progressiva diminuzione della pratica religiosa, frutto di una corrente culturale che non rifiuta Dio, ma semplicemente lo ignora, a questo si unisce un atteggiamento etico molto distante dalla sensibilità evangelica che si traduce in una fragilità familiare sempre più evidente, in un inverno demografico, in una insistenza sull’opportunità di porre fine alla sofferenza anche interrompendo l’esistenza delle persone. 

Anche la visione della sessualità porta con sé una demolizione di punti di riferimento per valutare la bontà o meno dei comportamenti. 

Come Gesù che parlava con prudenza e per immagini, anche oggi si è costretti a un’estrema cautela nell’affrontare argomenti morali. Da una situazione così critica si potrà uscire solo a condizione di ritrovare punti di riferimento definiti in Dio, nella realtà oggettiva della persona umana e nell’autorevolezza della Chiesa. 

  • Ho la presunzione di bastare a me stesso, me stessa?

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