InstaVangelo del 11/9/2023

Lc 6,6-11

Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo. 

Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo. Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita. 

Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

*

Il Vangelo di oggi ci colloca nello spazio e nel tempo sacro di ogni ebreo, la sinagoga e il giorno di sabato. L’uomo religioso, rappresentato dagli scribi e dai farisei, preferisce seguire “cosa fare” piuttosto che scegliere la Vita vera.

È proprio nella sinagoga che si trova «un uomo che aveva la mano destra paralizzata», inaridita. La mano è l’arto che ci permette di svolgere gran parte delle funzioni del nostro corpo: lavorare, operare, incontrare, aiutare… ma, la «mano paralizzata» è simbolo di un arto senza vita, uno strumento che è bloccato da qualcosa che non permette di fare la cosa giusta.

La mano, in questo brano del Vangelo di Luca, è simbolo di tutto ciò che blocca la nostra vita di figli, ovvero  situazioni, dinamiche, scelte, che non sempre ci rendono persone libere… e libere di amare. La storia della salvezza inizia con il gesto di una mano che prende, provocando la prima rottura della relazione tra Dio e l’uomo. Pertanto, lo scopo della vita del cristiano non è prendere, possedere, bensì accogliere, donare, servire, perché è nella misura in cui si accoglie che si sta già donando.

Nella sinagoga e in giorno di sabato, oltrepassando i limiti della religione per aprirci alla fede come relazione di fiducia e affidamento al Padre, Gesù libera la mano paralizzata rendendo l’uomo abile di amare qualcuno.

La buona notizia suona oggi come una chiamata alla tensione, a tendere i nostri pensieri e i nostri sentimenti alla Luce, lasciando che lo Spirito Santo li guarisca, li trasformi, in ogni spazio e tempo della nostra vita.

Facciamo, in questa giornata, l’invito di Gesù: «Tendi la tua mano!», soprattutto davanti a quelle situazioni, paure, scelte che non ci permettono di amare l’altro, rinnovando la grazia ad uscire da noi stessi per andare incontro all’altro.

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