InstaVangelo del 13/9/2023

Lc 6,20-26

Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: 

«Beati voi, poveri,

perché vostro è il regno di Dio.

Beati voi, che ora avete fame,

perché sarete saziati.

Beati voi, che ora piangete,

perché riderete.

Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti. 

Ma guai a voi, ricchi,

perché avete già ricevuto la vostra consolazione.

Guai a voi, che ora siete sazi,

perché avrete fame.

Guai a voi, che ora ridete,

perché sarete nel dolore e piangerete.

Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

*

Seguendo Gesù nei suoi movimenti, lo troviamo nel Vangelo di oggi in un luogo pianeggiante, che simboleggia l’ordinarietà della vita, i movimenti e i momenti della storia del mondo. Ed è qui che, «alzàti gli occhi verso i suoi discepoli», Gesù pronuncia la carta d’identità del cristiano: le beatitudini.

L’evangelista Luca, in forma ridotta rispetto a Matteo, ci ricorda che lo scopo della vita cristiana è la gioia, la felicità. Per ben 4 volte i discepoli sono esortati ad essere «beati», felici, contenti, pacificati. L’uomo è creato, chiamato, scelto e inviato per vivere di una gioia profonda, che abita e nutre il suo cuore in modo duraturo, eterno, indicandogli per chi vive, cosa fare… e non per lasciarsi consumare da un piacere passeggero e/o un benessere psico-fisico.

Il paradosso delle beatitudini, che è bello riconoscere come la scommessa per fare spazio all’altro, è essere felici proprio in tutte quelle situazioni che la natura umana eviterebbe: povertà, fame, malattia, tristezza, persecuzione, invidia, disprezzo, insulto, odio… Ed è qui che con libertà siamo chiamati ad accogliere la sfida: non risolvere problemi, bensì rimanere fedeli alla relazione con Dio Padre, vivendo in Lui da figli.

I ricchi, che aprono la “lista” dei 4 «guai» da parte di Gesù, non sono felici perché reggono la propria vita alle cose sbagliate. Gesù, invece, ci ricorda che ciò che rende davvero felici è la paternità di Dio e la comunione tra di noi, che è dono e responsabilità, come strada da scegliere e percorrere ogni giorno. Le beatitudini sono l’invito a fidarsi di Dio in qualunque situazione ci troviamo, perché è Lui il signore della storia, che ha il suo compimento nel regno dei cieli.

Chiediamo, in questa giornata, la grazia di uno sguardo sugli eventi della storia, perché nei momenti di sconforto il Signore ci doni la consolazione dello suo Spirito.

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