InstaVangelo del 12/2/2024

Mc 8, 1-13

Vennero i farisei e si misero a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova.
Ma egli sospirò profondamente e disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno». Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva.

*

Gesù viene messo alla prova. Volevano una dimostrazione che lui fosse davvero chi diceva di essere. In sostanza non gli credono.

Fintanto che i suoi antagonisti, i farisei, gli chiedessero una prova sembra tutto normale. Il problema è che ancora oggi anche i cristiani, cioè coloro che si dicono più vicini al Signore, chiedono una prova della sua presenza e del suo amore.

Fa riflettere questo dato che molti cristiani non sentono il bisogno di praticare o praticano solo in momenti in cui è Dio a metterli alla prova. E la loro reazione è dire al Signore: se mi vuoi bene, tirami fuori da questa prova. La prova che il Signore ci manda è il modo col quale possiamo fare esperienza di fede profonda: o consolidiamo la nostra fiducia in Dio oppure la distruggiamo. Se stai cadendo o ti fidi del Signore e gli stringi la mano il più possibile per restare in piedi, oppure gliela lasci fino a scivolare giù.

Ecco perché Gesù nel vangelo di oggi sospira profondamente, quasi stanco del dubbio di coloro che lo seguono. Verrebbe da dire: ma se non ti fidi, che lo segui a fare? Poi il Signore avverte: “a questa generazione non sarà dato alcun segno”. Perché reagisce così? Si è offeso? Gesù è permaloso?

Niente di tutto questo, semplicemente Gesù, grande pedagogo, ci accompagna e vuole che continuando a seguirlo scopriamo che è Lui stesso il segno della presenza di Dio. Quando vediamo il fumo, riconosciamo in esso il segno che nelle vicinanze c’è del fuoco. Se sentiamo profumo di fiori riconosciamo che nelle vicinanze ci saranno delle piante o un omaggio floreale. Sono cose che abbiamo imparato col tempo.

Stare alla presenza di Gesù in modo costante è la possibilità che abbiamo di imparare il suo linguaggio, il linguaggio col quale si rende presente a noi. Solo così potremo riconoscerlo.

La salvezza è un cammino di vita che si fa rimanendo sulla strada anche se lunga e dura. Le scorciatoie sono sdrucciolevoli e pericolose: non è detto che ti portino sano e salvo a destinazione.

  • la tua destinazione finale qual è? È il regno di Dio o altro?

don Domenico Bruno

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