Il Signore è la ricarica migliore (V Domenica di Pasqua anno B)

Gv 15,1-8

Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.

Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.

Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

*

Ti ricordi quella volta in cui ti si stava scaricando il cellulare e non avevi la possibilità di ricaricarlo? Quel momento spesso ci manda in crisi, specie se stavamo comunicando con qualcuno per qualcosa di importante.

Immagina che pregare significa comunicare. Ogni giorno Dio ci comunica qualcosa, non solo di importante, ma di vitale!

La Parola che Dio ogni giorno, anzi, ogni momento ci comunica serve a noi per imparare a vivere. Anche se stiamo attraversando un momento di difficoltà, Dio padre non manca mai di mandarci messaggi o di chiamarci ad agire nel modo più opportuno, affinché viviamo la vita in profondità e verità.

Staccarsi da Dio, quando si ammette di essere atei o quando si lascia prevalere la propria umanità rispetto all’insegnamento che Gesù ha messo nel cuore, significa interrompere la comunicazione con lo Spirito Santo, ossia impedirgli di agire in noi.

La vita divina ci invita a portare frutto. Il frutto per crescere necessita di cura e di tempo. Se si cerca di bruciare le tappe il frutto si rovinerà oppure risulterà insipido. È ciò che accade quando Gesù dice: «Io sono la vite, voi i tralci». Nel momento in cui dovessero arrivare le potature, ossia i momenti difficili, il frutto sarà più abbondante, perché in quei momenti saremo potati, ma non staccati dalla vite.

Gesù quando ci mette alla prova, sta preparando il terreno per far nascere qualcosa di più rigoglioso e forte. Ribellarsi significa non avere fiducia e staccarsi, invece lasciare che l’agricoltore faccia il suo lavoro significa attendere il momento del raccolto. È lì che si potranno vedere i frutti.

Spesso ci ricarichiamo alle sorgenti sbagliate, o a quelle che poi quando finisce l’energia e ci spegniamo o desideriamo morire. Dio è l’unica energia che ci ricarica per la vita e nei momenti di crisi di dà l’energia che ci serve per vivere.

  • Chiedi a Dio il coraggio di rimanere sempre nel suo amore e di avere sempre la forza dello Spirito.

don Domenico Bruno

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